GIÒ POMODORO
GIÒ POMODORO
Biografia
Giò Pomodoro nasce a Orciano di Pesaro nel 1930 e muore a Milano nel 2002. Negli anni ’50 si trasferisce a Milano col fratello Arnaldo, collabora con la rivista “Gesto” e partecipa alle mostre del Gruppo Continuità, supportato da Giulio Carlo Argan, Guido Ballo e Franco Russoli. Dall’inizio degli anni ’60 realizza le Superfici in tensione nelle quali si appropria del concetto di spazio vuoto, cercando di far vivere la forma come presenza spaziale. Le prime opere sono in stoffa poi sperimenta il fiberglass e il bronzo lucido o patinato, infine dagli anni ’70 continua la sua indagine scegliendo il marmo, tradizionalmente utilizzato per scolpire i pieni. La sua scultura diventa monumentale, la grandiosità delle dimensioni fa riferimento alle culture e ai miti delle civiltà antiche. Progetta piazze e riqualificazioni urbanistiche come il vasto complesso edilizio a Monza (piazza Ramazzotti), per il quale idea anche gli elementi funzionali come le panchine, l’illuminazione e il verde pubblico. Dalla seconda metà degli anni ’90 torna a occuparsi di oreficeria con rinnovato interesse, dopo gli esordi negli anni ’50.
Espone in mostre personali in prestigiose istituzioni, quali: Palazzo Ducale, Urbino e Museo del Gioiello, Vicenza (2018), Fondazione Accorsi-Ometto, Torino (2017), Palazzo del Monferrato, Alessandria (2011), Villa Recalcati, Varese (2010), Auditorium Parco della Musica, Roma (2004), Università di Bari (2003), Istituto Italiano di Cultura, Colonia (2001), Museo di San Pietro, Colle Val d’Elsa (2000), Fondazione Veranneman, Bruxelles (1999, 1991), Palazzo del Monte di Pietà, Padova (1998), Palazzo Vecchio, Firenze e Kunsthistorisches Museum, Vienna (1996), Yorkshire Sculpture Park, Wakelfield e Fondazione Querini Stampalia, Venezia (1995), Genia Schreiber University Art Gallery, Tel Aviv (1993), Museo Archeologico, Milano (1992), Rotonda della Besana, Milano (1989), Chiesa di S. Ambrogio, Milano e Palazzo dei Leoni, Messina (1987), Palazzo Ducale, Pesaro (1986), Palazzo Civico, Lugano (1985), Palazzo Lanfranchi, Pisa (1984), Ca’ Pesaro, Venezia (1977), Castello dell’Imperatore, Prato e Musée d’Ixelles, Bruxelles (1976), Loggetta Lombardesca, Ravenna (1974), Palais des Beaux-Arts, Bruxelles (1963), Galerie internationale d’art contemporain, Parigi (1959).
Numerose anche le mostre collettive e le collezioni pubbliche internazionali che annoverano il suo lavoro. Nel 1994 vince il “Premio Internazionale Pietrasanta e la Versilia nel mondo”, nel 2002 è il primo italiano a ricevere il “Lifetime Achievement Award in Contemporary Sculpture” e nel 2004 gli Eredi Pomodoro donano al Comune di Forte dei Marmi la scultura “La Figlia del Sole”, in occasione della sua mostra personale. Tra le importanti rassegne internazionali: Biennale del Cairo (1998), Biennale di Venezia (1984, 1978, 1964, 1962, 1956), Documenta, Kassel (1964, 1959). La collaborazione con Galleria Fumagalli ha inizio nel 1998 con l’allestimento della sua prima personale con sculture e carte dal 1958 al 1998. Per l’occasione è pubblicato un catalogo con testo di Marco Meneguzzo. Nel 2000 la galleria presenta la seconda personale accompagnata dal volume “Giò Pomodoro, l’opera disegnata”, una monografia ragionata che comprende tutta la produzione su carta di Giò Pomodoro, con testo di Giovanni Maria Accame.
Biografia
Giò Pomodoro nasce a Orciano di Pesaro nel 1930 e muore a Milano nel 2002. Negli anni ’50 si trasferisce a Milano col fratello Arnaldo, collabora con la rivista “Gesto” e partecipa alle mostre del Gruppo Continuità, supportato da Giulio Carlo Argan, Guido Ballo e Franco Russoli. Dall’inizio degli anni ’60 realizza le Superfici in tensione nelle quali si appropria del concetto di spazio vuoto, cercando di far vivere la forma come presenza spaziale. Le prime opere sono in stoffa poi sperimenta il fiberglass e il bronzo lucido o patinato, infine dagli anni ’70 continua la sua indagine scegliendo il marmo, tradizionalmente utilizzato per scolpire i pieni. La sua scultura diventa monumentale, la grandiosità delle dimensioni fa riferimento alle culture e ai miti delle civiltà antiche. Progetta piazze e riqualificazioni urbanistiche come il vasto complesso edilizio a Monza (piazza Ramazzotti), per il quale idea anche gli elementi funzionali come le panchine, l’illuminazione e il verde pubblico. Dalla seconda metà degli anni ’90 torna a occuparsi di oreficeria con rinnovato interesse, dopo gli esordi negli anni ’50.
Espone in mostre personali in prestigiose istituzioni, quali: Palazzo Ducale, Urbino e Museo del Gioiello, Vicenza (2018), Fondazione Accorsi-Ometto, Torino (2017), Palazzo del Monferrato, Alessandria (2011), Villa Recalcati, Varese (2010), Auditorium Parco della Musica, Roma (2004), Università di Bari (2003), Istituto Italiano di Cultura, Colonia (2001), Museo di San Pietro, Colle Val d’Elsa (2000), Fondazione Veranneman, Bruxelles (1999, 1991), Palazzo del Monte di Pietà, Padova (1998), Palazzo Vecchio, Firenze e Kunsthistorisches Museum, Vienna (1996), Yorkshire Sculpture Park, Wakelfield e Fondazione Querini Stampalia, Venezia (1995), Genia Schreiber University Art Gallery, Tel Aviv (1993), Museo Archeologico, Milano (1992), Rotonda della Besana, Milano (1989), Chiesa di S. Ambrogio, Milano e Palazzo dei Leoni, Messina (1987), Palazzo Ducale, Pesaro (1986), Palazzo Civico, Lugano (1985), Palazzo Lanfranchi, Pisa (1984), Ca’ Pesaro, Venezia (1977), Castello dell’Imperatore, Prato e Musée d’Ixelles, Bruxelles (1976), Loggetta Lombardesca, Ravenna (1974), Palais des Beaux-Arts, Bruxelles (1963), Galerie internationale d’art contemporain, Parigi (1959).
Numerose anche le mostre collettive e le collezioni pubbliche internazionali che annoverano il suo lavoro. Nel 1994 vince il “Premio Internazionale Pietrasanta e la Versilia nel mondo”, nel 2002 è il primo italiano a ricevere il “Lifetime Achievement Award in Contemporary Sculpture” e nel 2004 gli Eredi Pomodoro donano al Comune di Forte dei Marmi la scultura “La Figlia del Sole”, in occasione della sua mostra personale. Tra le importanti rassegne internazionali: Biennale del Cairo (1998), Biennale di Venezia (1984, 1978, 1964, 1962, 1956), Documenta, Kassel (1964, 1959). La collaborazione con Galleria Fumagalli ha inizio nel 1998 con l’allestimento della sua prima personale con sculture e carte dal 1958 al 1998. Per l’occasione è pubblicato un catalogo con testo di Marco Meneguzzo. Nel 2000 la galleria presenta la seconda personale accompagnata dal volume “Giò Pomodoro, l’opera disegnata”, una monografia ragionata che comprende tutta la produzione su carta di Giò Pomodoro, con testo di Giovanni Maria Accame.
Mostre
MOSTRE COLLETTIVE
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