GIUSEPPE UNCINI
GIUSEPPE UNCINI
Biografia
Giuseppe Uncini nasce a Fabriano nel 1929 e muore a Trevi nel 2008. Nel 1953 si trasferisce a Roma dove frequenta Edgardo Mannucci ed entra in contatto con Alberto Burri, Afro, Giuseppe Capogrossi, Ettore Colla, Emilio Villa. I suoi primi cicli di opere risalgono al 1956 quando realizza le Terre, seguite dai Cementarmati (1957-61), un ciclo di sculture realizzate con ferro, cemento e rete metallica, che rivelano la loro struttura portante, il loro principio costruttivo. In questi anni Giuseppe Uncini partecipa a diverse mostre con la “Giovane scuola romana” assieme a Tano Festa, Franco Angeli, Mario Schifano e Francesco Lo Savio. Nel 1962 costituisce con Gastone Biggi, Nicola Carrino, Nato Frascà, Achille Pace e Pasquale Santoro il Gruppo Uno che propone, attraverso l’utilizzo di nuovi materiali e il superamento delle correnti informali, un’arte legata alla percezione e la valorizzazione del ruolo sociale dell’artista. La ricerca di Uncini prosegue nella prima metà degli anni ’60 con i Ferrocementi, seguiti dalle Strutturespazio, presentati alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966. Segue negli anni ’70 la serie dei Mattoni la cui massiccia presenza architettonica dialoga e si confronta con la propria ombra, tradotta in vera e propria forma solida. La riflessione sull’ombra e sulla possibilità di renderla plasticamente percepibile è proseguita nei successivi cicli delle Ombre, delle Dimore e dei Muri d’ombra. Tra gli anni ’90 e i primi 2000 l’attenzione di Uncini è polarizzata dal desiderio di rendere in scultura lo spazio vuoto tra le forme come dimostrato dagli Spazi di ferro, seguiti dagli Spazicemento.
Negli anni 2000 le sculture di Uncini assumono dimensioni monumentali e vocazioni architettoniche con la serie delle Architetture, fino agli ultimi anni di vita quando inizia la serie degli Artifici in cui pare tornare alla bidimensionalità e ai materiali delle origini, impiegando la terra. Parallelamente, nei primi anni 2000, all’attività scultorea affianca anche quella di orafo cimentandosi con l’antica tecnica della fusione a cera persa. L’ultima opera monumentale realizzata è Epistylium (2007-2009), una scultura in calcestruzzo armato alta oltre sei metri, e realizzata per lo spazio espositivo all’aperto del Mart di Rovereto. Nel corso della sua lunga carriera, Giuseppe Uncini è stato invitato a esporre i suoi lavori in esposizioni in tutto il mondo. Tra le personali in istituzioni: MACTE, Termoli e GNAM, Roma (2019), Chiesa di San Matteo, Lucca (2016), Fondazione Marconi, Milano (2015), Musma, Matera (2013), Istituto statale d’arte, Roma (2010), Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, Graz e Accademia di San Luca, Roma (2009), ZKM – Museum fur Neue Kunst, Karlsruhe e MART, Rovereto (2008), Städtische Kunsthalle, Mannheim (2001), Palazzo Fabroni, Pistoia (2000), Centro Arti Visive – Ex Pescheria, Pesaro (1999), Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Marsala (1990), Istituto d’Arte, Ferrara (1985), Pinacoteca e Musei Comunali, Macerata (1993). Degne di nota sono inoltre le partecipazioni alla Quadriennale di Roma (1999, 1992, 1973, 1965, 1955), alla Biennale di Venezia (1995, 1984, 1978, 1976, 1966), e alla Biennale di Tokyo (1963).
La collaborazione con Galleria Fumagalli inizia nel 1995 con la prima mostra personale corredata dal testo di Giovanni Maria Accame, il quale cura anche la monografia edita da DeAgostini del 1996 (in collaborazione con Galleria Fumagalli). Nello stesso anno la galleria partecipa all’edizione del catalogo con testo di Marco Meneguzzo “Giuseppe Uncini. Oeuvres 1959/1996” che accompagna la mostra presso lo Studio Simonis e la Galerie Vivas di Parigi. Nel 1997 organizza la seconda personale e nel 2000 cura un volume con testi di Annamaria Maggi e Marco Meneguzzo per la mostra al Centro Arti Visive – ex Peschiera di Pesaro, e una monografia che accompagna la mostra a Palazzo Fabroni a Pistoia curata da Bruno Corà. Nel 2001, per la mostra alla Städtische Kunsthalle di Mannheim, in coedizione con le gallerie Christian Stein e Giò Marconi di Milano, la Galleria Fumagalli cura un volume con testi di Manfred Fath, Volker Feirabend e Marco Meneguzzo. Nel 2002 per la terza personale, Uncini propone una mostra di gioielli con un testo di Ada Masoero (catalogo “A cera persa”). Nel 2007 ha luogo la quarta personale e nel 2008 il catalogo ragionato a cura di Bruno Corà e Annamaria Maggi, è pubblicato da Silvana Editoriale. Infine, nel 2010 la galleria dedica la quinta personale con il catalogo “Il cemento disegnato. Opere su carta 1957/2006” con testi di Franco Fanelli e Giacinto di Pietrantonio. Nel 2021 l’opera di Giuseppe Uncini è coinvolta nel programma espositivo MY30YEARS – Coherency in Diversity a cura di Lóránd Hegyi, che celebra i 30 anni di carriera di Annamaria Maggi alla guida della galleria. Nella prima mostra del ciclo, Architettura – Spazialità – Artefatto, le opere dialogano con quelle di Anne & Patrick Poirier e Marco Tirelli.
Biografia
Giuseppe Uncini nasce a Fabriano nel 1929 e muore a Trevi nel 2008. Nel 1953 si trasferisce a Roma dove frequenta Edgardo Mannucci ed entra in contatto con Alberto Burri, Afro, Giuseppe Capogrossi, Ettore Colla, Emilio Villa. I suoi primi cicli di opere risalgono al 1956 quando realizza le Terre, seguite dai Cementarmati (1957-61), un ciclo di sculture realizzate con ferro, cemento e rete metallica, che rivelano la loro struttura portante, il loro principio costruttivo. In questi anni Giuseppe Uncini partecipa a diverse mostre con la “Giovane scuola romana” assieme a Tano Festa, Franco Angeli, Mario Schifano e Francesco Lo Savio. Nel 1962 costituisce con Gastone Biggi, Nicola Carrino, Nato Frascà, Achille Pace e Pasquale Santoro il Gruppo Uno che propone, attraverso l’utilizzo di nuovi materiali e il superamento delle correnti informali, un’arte legata alla percezione e la valorizzazione del ruolo sociale dell’artista. La ricerca di Uncini prosegue nella prima metà degli anni ’60 con i Ferrocementi, seguiti dalle Strutturespazio, presentati alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966. Segue negli anni ’70 la serie dei Mattoni la cui massiccia presenza architettonica dialoga e si confronta con la propria ombra, tradotta in vera e propria forma solida. La riflessione sull’ombra e sulla possibilità di renderla plasticamente percepibile è proseguita nei successivi cicli delle Ombre, delle Dimore e dei Muri d’ombra. Tra gli anni ’90 e i primi 2000 l’attenzione di Uncini è polarizzata dal desiderio di rendere in scultura lo spazio vuoto tra le forme come dimostrato dagli Spazi di ferro, seguiti dagli Spazicemento.
Negli anni 2000 le sculture di Uncini assumono dimensioni monumentali e vocazioni architettoniche con la serie delle Architetture, fino agli ultimi anni di vita quando inizia la serie degli Artifici in cui pare tornare alla bidimensionalità e ai materiali delle origini, impiegando la terra. Parallelamente, nei primi anni 2000, all’attività scultorea affianca anche quella di orafo cimentandosi con l’antica tecnica della fusione a cera persa. L’ultima opera monumentale realizzata è Epistylium (2007-2009), una scultura in calcestruzzo armato alta oltre sei metri, e realizzata per lo spazio espositivo all’aperto del Mart di Rovereto. Nel corso della sua lunga carriera, Giuseppe Uncini è stato invitato a esporre i suoi lavori in esposizioni in tutto il mondo. Tra le personali in istituzioni: MACTE, Termoli e GNAM, Roma (2019), Chiesa di San Matteo, Lucca (2016), Fondazione Marconi, Milano (2015), Musma, Matera (2013), Istituto statale d’arte, Roma (2010), Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, Graz e Accademia di San Luca, Roma (2009), ZKM – Museum fur Neue Kunst, Karlsruhe e MART, Rovereto (2008), Städtische Kunsthalle, Mannheim (2001), Palazzo Fabroni, Pistoia (2000), Centro Arti Visive – Ex Pescheria, Pesaro (1999), Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Marsala (1990), Istituto d’Arte, Ferrara (1985), Pinacoteca e Musei Comunali, Macerata (1993). Degne di nota sono inoltre le partecipazioni alla Quadriennale di Roma (1999, 1992, 1973, 1965, 1955), alla Biennale di Venezia (1995, 1984, 1978, 1976, 1966), e alla Biennale di Tokyo (1963).
La collaborazione con Galleria Fumagalli inizia nel 1995 con la prima mostra personale corredata dal testo di Giovanni Maria Accame, il quale cura anche la monografia edita da DeAgostini del 1996 (in collaborazione con Galleria Fumagalli). Nello stesso anno la galleria partecipa all’edizione del catalogo con testo di Marco Meneguzzo “Giuseppe Uncini. Oeuvres 1959/1996” che accompagna la mostra presso lo Studio Simonis e la Galerie Vivas di Parigi. Nel 1997 organizza la seconda personale e nel 2000 cura un volume con testi di Annamaria Maggi e Marco Meneguzzo per la mostra al Centro Arti Visive – ex Peschiera di Pesaro, e una monografia che accompagna la mostra a Palazzo Fabroni a Pistoia curata da Bruno Corà. Nel 2001, per la mostra alla Städtische Kunsthalle di Mannheim, in coedizione con le gallerie Christian Stein e Giò Marconi di Milano, la Galleria Fumagalli cura un volume con testi di Manfred Fath, Volker Feirabend e Marco Meneguzzo. Nel 2002 per la terza personale, Uncini propone una mostra di gioielli con un testo di Ada Masoero (catalogo “A cera persa”). Nel 2007 ha luogo la quarta personale e nel 2008 il catalogo ragionato a cura di Bruno Corà e Annamaria Maggi, è pubblicato da Silvana Editoriale. Infine, nel 2010 la galleria dedica la quinta personale con il catalogo “Il cemento disegnato. Opere su carta 1957/2006” con testi di Franco Fanelli e Giacinto di Pietrantonio. Nel 2021 l’opera di Giuseppe Uncini è coinvolta nel programma espositivo MY30YEARS – Coherency in Diversity a cura di Lóránd Hegyi, che celebra i 30 anni di carriera di Annamaria Maggi alla guida della galleria. Nella prima mostra del ciclo, Architettura – Spazialità – Artefatto, le opere dialogano con quelle di Anne & Patrick Poirier e Marco Tirelli.
Opere
Opere
Mostre
MOSTRE PERSONALI
GIUSEPPE UNCINI
Il cemento disegnato
Inaugurazione 27 febbraio 2010
Dal 2 marzo al 20 aprile 2010
GIUSEPPE UNCINI
A cera persa
Inaugurazione 7 dicembre 2002
Dal 10 dicembre 2002 al 5 febbraio 2003
MOSTRE COLLETTIVE
Ambiguity of the Objects
Inaugurazione 19 maggio 2022
Dal 20 maggio al 29 luglio 2022
Architettura – Spazialità – Artefatto
Inaugurazione 26 maggio 2021
Dal 26 maggio al 30 luglio 2021
Visioni. 20 artisti a Sant’Agostino
Inaugurazione 8 aprile 2005
Dal 9 aprile all’11 giugno 2005
Mostre
MOSTRE PERSONALI
GIUSEPPE UNCINI
Il cemento disegnato
Inaugurazione 27 febbraio 2010
Dal 2 marzo al 20 aprile 2010
GIUSEPPE UNCINI
A cera persa
Inaugurazione 7 dicembre 2002
Dal 10 dicembre 2002 al 5 febbraio 2003
MOSTRE COLLETTIVE
Ambiguity of the Objects
Inaugurazione 19 maggio 2022
Dal 20 maggio al 29 luglio 2022
Architettura – Spazialità – Artefatto
Inaugurazione 26 maggio 2021
Dal 26 maggio al 30 luglio 2021
Visioni. 20 artisti a Sant’Agostino
Inaugurazione 8 aprile 2005
Dal 9 aprile all’11 giugno 2005