ALLARGAMENTO DELLA REFERENZIALITÀ
MAURIZIO NANNUCCI, MARIA ELISABETTA NOVELLO, MARCO TIRELLI
17 maggio - 28 luglio 2023
ALLARGAMENTO DELLA REFERENZIALITÀ
MAURIZIO NANNUCCI, MARIA ELISABETTA NOVELLO, MARCO TIRELLI
17 maggio - 28 luglio 2023
Testo
La Galleria Fumagalli presenta il settimo e penultimo capitolo della serie espositiva “MY30YEARS – Coherency in Diversity” ideata dallo storico dell’arte Lóránd Hegyi in occasione del trentesimo anniversario di direzione di Annamaria Maggi, volto a offrire inediti confronti tra dodici artisti seguiti o rappresentati dalla galleria.
“Allargamento della referenzialità” propone il dialogo tra Maurizio Nannucci (Firenze, 1939), Maria Elisabetta Novello (Vicenza, 1974) e Marco Tirelli (Roma, 1956). Sebbene le opere siano frutto di diverse esperienze generazionali e manifesto di differenti approcci estetici e intellettuali, la loro esposizione congiunta rivela in questo caso la comune tendenza all’apertura a più campi referenziali, ovvero a molteplici aspetti del pensiero artistico.
Presentando opere realizzate per l’occasione e permeate di un immaginario metaforico e romantico, Maria Elisabetta Novello mostra l’interesse a risalire a una possibile ricostruzione dell’unità spirituale dell’esistenza, attraverso la raccolta dei segni del suo passaggio. Riprendendo una tecnica calcografica risalente alla metà dell’Ottocento denominata fisiotipia o fisiografia, l’artista continua con il suo studio delle impronte del reale. Con un approccio botanico, non teso a replicare una mera indagine scientifica, bensì strumentale a una visione nuova delle cose conosciute, Maria Elisabetta Novello giunge a evocare manifestazioni emotivamente suggestive della meraviglia della natura e della sua potenza misteriosa.
Attraverso la purezza radiante della luce del neon e la complessità multireferenziale dei testi, Maurizio Nannucci rivela il proprio approccio critico e interrogativo ad apparati concettuali precostituiti: in modo rigoroso e assertivo offre formule che mettono in discussione i confini tra informazione e campi referenziali derivati, proponendo superamenti di antagonismi e contraddizioni. In tal senso, anche la sua opera rivela l’eredità del Romanticismo intellettuale, essendo portatrice di una visione scevra da pregiudizi.
La prassi pittorica meditativa di Marco Tirelli esplora profondi serbatoi nozionali in cui esperienze intellettuali e sensoriali, moti personali e narrazioni culturali, storiche e convenzionali si fondono e creano combinazioni metaforicamente ricche. Le sue forme, apparentemente non rappresentative con i loro ampi campi di toni scuri, assorbono ricordi di luoghi e profonde immaginazioni, suggerendo la ricerca continua di un orientamento.
Mentre Maurizio Nannucci si concentra sul messaggio multistrato dei suoi sistemi testuali basati su contrapposti e alternative nettamente formulati, l’immaginario visivo creato da Marco Tirelli promuove un amalgama di riferimenti emotivi e intellettuali al fine di creare una certa fluidità di vitale e organica incertezza.
Componendosi complessivamente di otto mostre e coinvolgendo dodici artisti della galleria, il ciclo espositivo “MY30YEARS – Coherency in Diversity” propone in ogni appuntamento il dialogo tra tre artisti (ognuno dei quali è coinvolto nel ciclo due volte) su temi specifici. Mirando a superare rigide e antiquate categorizzazioni artistiche, il programma stimola nuove interpretazioni dei linguaggi e dei paradigmi dell’arte contemporanea.
Testo
La Galleria Fumagalli presenta il settimo e penultimo capitolo della serie espositiva “MY30YEARS – Coherency in Diversity” ideata dallo storico dell’arte Lóránd Hegyi in occasione del trentesimo anniversario di direzione di Annamaria Maggi, volto a offrire inediti confronti tra dodici artisti seguiti o rappresentati dalla galleria.
“Allargamento della referenzialità” propone il dialogo tra Maurizio Nannucci (Firenze, 1939), Maria Elisabetta Novello (Vicenza, 1974) e Marco Tirelli (Roma, 1956). Sebbene le opere siano frutto di diverse esperienze generazionali e manifesto di differenti approcci estetici e intellettuali, la loro esposizione congiunta rivela in questo caso la comune tendenza all’apertura a più campi referenziali, ovvero a molteplici aspetti del pensiero artistico.
Presentando opere realizzate per l’occasione e permeate di un immaginario metaforico e romantico, Maria Elisabetta Novello mostra l’interesse a risalire a una possibile ricostruzione dell’unità spirituale dell’esistenza, attraverso la raccolta dei segni del suo passaggio. Riprendendo una tecnica calcografica risalente alla metà dell’Ottocento denominata fisiotipia o fisiografia, l’artista continua con il suo studio delle impronte del reale. Con un approccio botanico, non teso a replicare una mera indagine scientifica, bensì strumentale a una visione nuova delle cose conosciute, Maria Elisabetta Novello giunge a evocare manifestazioni emotivamente suggestive della meraviglia della natura e della sua potenza misteriosa.
Attraverso la purezza radiante della luce del neon e la complessità multireferenziale dei testi, Maurizio Nannucci rivela il proprio approccio critico e interrogativo ad apparati concettuali precostituiti: in modo rigoroso e assertivo offre formule che mettono in discussione i confini tra informazione e campi referenziali derivati, proponendo superamenti di antagonismi e contraddizioni. In tal senso, anche la sua opera rivela l’eredità del Romanticismo intellettuale, essendo portatrice di una visione scevra da pregiudizi.
La prassi pittorica meditativa di Marco Tirelli esplora profondi serbatoi nozionali in cui esperienze intellettuali e sensoriali, moti personali e narrazioni culturali, storiche e convenzionali si fondono e creano combinazioni metaforicamente ricche. Le sue forme, apparentemente non rappresentative con i loro ampi campi di toni scuri, assorbono ricordi di luoghi e profonde immaginazioni, suggerendo la ricerca continua di un orientamento.
Mentre Maurizio Nannucci si concentra sul messaggio multistrato dei suoi sistemi testuali basati su contrapposti e alternative nettamente formulati, l’immaginario visivo creato da Marco Tirelli promuove un amalgama di riferimenti emotivi e intellettuali al fine di creare una certa fluidità di vitale e organica incertezza.
Componendosi complessivamente di otto mostre e coinvolgendo dodici artisti della galleria, il ciclo espositivo “MY30YEARS – Coherency in Diversity” propone in ogni appuntamento il dialogo tra tre artisti (ognuno dei quali è coinvolto nel ciclo due volte) su temi specifici. Mirando a superare rigide e antiquate categorizzazioni artistiche, il programma stimola nuove interpretazioni dei linguaggi e dei paradigmi dell’arte contemporanea.
Vedute
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