ACMN
ANSELMO, CASTELLANI, MOCHETTI, NANNUCCI
Dal 31 maggio al 22 ottobre 2011
ACMN
ANSELMO, CASTELLANI, MOCHETTI, NANNUCCI
Dal 31 maggio al 22 ottobre 2011
Testo
Galleria Fumagalli presenta il lavoro di quattro maestri dell’arte italiana: Giovanni Anselmo, Enrico Castellani, Maurizio Mochetti e Maurizio Nannucci, a cura di Annamaria Maggi. Il progetto nasce dall’idea di mostrare come, dagli anni Sessanta a oggi, la coscienza teorica e pratica che ha investito la pittura e la scultura si è evoluta da un concetto di spazio ancora chiuso – seppur già tridimensionale con Lucio Fontana, che ne individua gli sviluppi successivi – a un concetto di occupazione dello spazio. La ricerca si rivolge a una dimensione aperta, penetra nell’altrove tramite forme, colori, materie e azioni. Un viaggio nel tempo che conduce il linguaggio artistico ad acquisire una nuova forma, talvolta sfidando le regole della matematica e della fisica, rendendo visibile l’invisibile e leggero ciò che è pesante. Tale ricerca è attraversata da energie e dinamiche nuove, talvolta disorientanti perché sondanti i limiti della percezione e svelanti processi altrimenti non visibili.
Le energie che agiscono non trattengono più i concetti di tempo e di spazio in una codificazione relativa alle condizioni esistenti; lo spazio diventa fluido e variabile, per cui la materia fluttua, la luce si irradia e si materializza. Enrico Castellani, a pochi mesi di distanza dal conseguimento del “Praemium Imperiale” per la Pittura ricevuto a Tokyo, presenta, attraverso quattro lavori, dagli anni Sessanta a oggi, la sua costante e analitica ricerca sulla luce, sulla monocromia e sulla mutevole ripetizione dei pieni e dei vuoti data dalle ritmiche estroflessioni della tela. Giovanni Anselmo, tra gli esponenti indiscussi dell’Arte Povera, affianca a due lavori di fine anni Settanta e fine anni Ottanta, sondanti elementi linguistici quali il peso, la gravità e l’energia, l’opera Particolare del 1972 che attraverso la proiezione della parola “particolare” nello spazio fisico e aereo della galleria, interagisce direttamente con il visitatore indagando sul concetto infinito dello spazio aperto.
Maurizio Nannucci, assiduo ricercatore di un linguaggio non solo visivo, ma anche verbale e simbolico, propone un lavoro storico, Colours Red, Blue, Yellow, White, Green del 1969, opera emblematica del suo studio non solo sulla luce ma anche sul colore, e due lavori recenti Hear, 2005 e Everything might be different, 2010; Maurizio Mochetti, il cui interesse è sempre stato orientato verso la luce intesa nella sua fisicità e nel ribaltamento concreto e concettuale dell’oggetto rappresentato, espone Palle del 1988 e Aereo Razzo Bachem Natter BA 349 B.1944 con punti laser del 1976, due lavori che testimoniano non solo una certa defunzionalizzazione dell’oggetto, ma anche una riflessione sull’instabilità delle percezioni, sull’immobilità del movimento attraversato dalla luce.
Testo
Galleria Fumagalli presenta il lavoro di quattro maestri dell’arte italiana: Giovanni Anselmo, Enrico Castellani, Maurizio Mochetti e Maurizio Nannucci, a cura di Annamaria Maggi. Il progetto nasce dall’idea di mostrare come, dagli anni Sessanta a oggi, la coscienza teorica e pratica che ha investito la pittura e la scultura si è evoluta da un concetto di spazio ancora chiuso – seppur già tridimensionale con Lucio Fontana, che ne individua gli sviluppi successivi – a un concetto di occupazione dello spazio. La ricerca si rivolge a una dimensione aperta, penetra nell’altrove tramite forme, colori, materie e azioni. Un viaggio nel tempo che conduce il linguaggio artistico ad acquisire una nuova forma, talvolta sfidando le regole della matematica e della fisica, rendendo visibile l’invisibile e leggero ciò che è pesante. Tale ricerca è attraversata da energie e dinamiche nuove, talvolta disorientanti perché sondanti i limiti della percezione e svelanti processi altrimenti non visibili.
Le energie che agiscono non trattengono più i concetti di tempo e di spazio in una codificazione relativa alle condizioni esistenti; lo spazio diventa fluido e variabile, per cui la materia fluttua, la luce si irradia e si materializza. Enrico Castellani, a pochi mesi di distanza dal conseguimento del “Praemium Imperiale” per la Pittura ricevuto a Tokyo, presenta, attraverso quattro lavori, dagli anni Sessanta a oggi, la sua costante e analitica ricerca sulla luce, sulla monocromia e sulla mutevole ripetizione dei pieni e dei vuoti data dalle ritmiche estroflessioni della tela. Giovanni Anselmo, tra gli esponenti indiscussi dell’Arte Povera, affianca a due lavori di fine anni Settanta e fine anni Ottanta, sondanti elementi linguistici quali il peso, la gravità e l’energia, l’opera Particolare del 1972 che attraverso la proiezione della parola “particolare” nello spazio fisico e aereo della galleria, interagisce direttamente con il visitatore indagando sul concetto infinito dello spazio aperto.
Maurizio Nannucci, assiduo ricercatore di un linguaggio non solo visivo, ma anche verbale e simbolico, propone un lavoro storico, Colours Red, Blue, Yellow, White, Green del 1969, opera emblematica del suo studio non solo sulla luce ma anche sul colore, e due lavori recenti Hear, 2005 e Everything might be different, 2010; Maurizio Mochetti, il cui interesse è sempre stato orientato verso la luce intesa nella sua fisicità e nel ribaltamento concreto e concettuale dell’oggetto rappresentato, espone Palle del 1988 e Aereo Razzo Bachem Natter BA 349 B.1944 con punti laser del 1976, due lavori che testimoniano non solo una certa defunzionalizzazione dell’oggetto, ma anche una riflessione sull’instabilità delle percezioni, sull’immobilità del movimento attraversato dalla luce.
Vedute
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