CHIARA DYNYS
DUALE
Dal 4 ottobre al 9 novembre 2013
CHIARA DYNYS
DUALE
Dal 4 ottobre al 9 novembre 2013
Testo
Galleria Fumagalli e Spazioborgogno presentano “Duale” di Chiara Dynys. La mostra è composta da tre video, da una scultura e da quindici quadri lenticolari. Deriva il suo titolo dalla forma verbale dell’antico greco che prevedeva, oltre alle forme singolare e plurale, una particolare forma destinata alla relazione tra due, fossero persone, cose o situazioni. Due è dunque il tema, che arriva rapidamente all’idea di “doppio”, e di conseguenza di “sdoppiamento”, cui è strettamente connesso – sembra paradossale – il tema della solitudine.
L’incomunicabilità, l’atteggiamento schizofrenico, la pervicacia nel mantenere posizioni immobili si manifesta infatti più nel rapporto a due, “duale” appunto, che nell’essere soli o in mezzo a una moltitudine. Di più, si manifesta visibilmente e simbolicamente meglio nella relazione tra oggetti che tra persone: ecco perché il mondo parallelo delle cose è il protagonista della scultura e dei lenticolari di Chiara Dynys, mentre le persone ne sono assenti.
Allo stesso modo i “vasi comunicanti”, soggetto della scultura dell’artista, di fatto sono “incomunicanti”. Solo nel video, dove si registra l’imitazione di Gregory Peck nel cinematografico Moby Dick, declinata in italiano e in inglese dal giovane attore napoletano Roberto Mascia, sono protagonisti la voce e la postura umana, ma se ne evidenziano la difficoltà del rapporto con la realtà, e la scelta di un mimetismo irreale che ha molto da spartire con l’atteggiamento schizofrenico di cui si è detto.
Testo
Galleria Fumagalli e Spazioborgogno presentano “Duale” di Chiara Dynys. La mostra è composta da tre video, da una scultura e da quindici quadri lenticolari. Deriva il suo titolo dalla forma verbale dell’antico greco che prevedeva, oltre alle forme singolare e plurale, una particolare forma destinata alla relazione tra due, fossero persone, cose o situazioni. Due è dunque il tema, che arriva rapidamente all’idea di “doppio”, e di conseguenza di “sdoppiamento”, cui è strettamente connesso – sembra paradossale – il tema della solitudine.
L’incomunicabilità, l’atteggiamento schizofrenico, la pervicacia nel mantenere posizioni immobili si manifesta infatti più nel rapporto a due, “duale” appunto, che nell’essere soli o in mezzo a una moltitudine. Di più, si manifesta visibilmente e simbolicamente meglio nella relazione tra oggetti che tra persone: ecco perché il mondo parallelo delle cose è il protagonista della scultura e dei lenticolari di Chiara Dynys, mentre le persone ne sono assenti.
Allo stesso modo i “vasi comunicanti”, soggetto della scultura dell’artista, di fatto sono “incomunicanti”. Solo nel video, dove si registra l’imitazione di Gregory Peck nel cinematografico Moby Dick, declinata in italiano e in inglese dal giovane attore napoletano Roberto Mascia, sono protagonisti la voce e la postura umana, ma se ne evidenziano la difficoltà del rapporto con la realtà, e la scelta di un mimetismo irreale che ha molto da spartire con l’atteggiamento schizofrenico di cui si è detto.
Vedute
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