GIORGIO GRIFFA
OPERE 1968/1978
Dal 22 gennaio al 18 febbraio 2013
GIORGIO GRIFFA
OPERE 1968/1978
Dal 22 gennaio al 18 febbraio 2013
Testo
Galleria Fumagalli in collaborazione con Spazioborgogno presenta una mostra personale dedicata all’opera di Giorgio Griffa. Nato a Torino nel 1936, dove vive e lavora, è uno dei principali esponenti di quella tendenza, nata sul finire degli anni Sessanta in Italia, chiamata Pittura Analitica o Pittura Pittura. Il lavoro di Giorgio Griffa si inserisce in quella corrente che fu un ritorno alla pittura aniconica, pur con sguardo rivolto anche alla pittura minimalista di matrice americana. I suoi primi lavori sono del 1968-1969 e si caratterizzano per l’essenzialità del segno che lascia una traccia minima sulla tela libera.
La pittura di Giorgio Griffa è fatta di segni e di colore, pensata e meditata, disposta con gesti raffinati ed essenziali disegni su tela. Le sue opere sono tele senza telaio, sulle quali il colore diventa il tramite di un’azione, e la traccia l’effetto di un pensiero. I segni, le linee, le impronte, si dispongono secondo un andamento razionale. Le opere sono appese direttamente alle parti, questo allontanamento dagli elementi classici della pittura suggerisce un’idea di transito, di scorrimento, di movimento, che attraversando la pittura e proseguendo nello spazio che la circonda da a essa la qualità del finito, del non finito e dell’infinito.
Le forme e i segni dipinti da Giorgio Griffa sono liberi ma “chiusi” in uno schema razionale, minimale, sintetico. La mostra rivela come negli anni il lavoro dell’artista si sia maggiormente riscaldato e i suoi segni aperti e liberati, privilegiando forme più ampie e numerosi segni di diversa matrice. Il gesto pittorico s’intensifica anche nell’uso e nella scelta del colore, appaiono numeri in sequenza e linee curve, elementi inesistenti nelle prime opere degli anni ’70.
Testo
Galleria Fumagalli in collaborazione con Spazioborgogno presenta una mostra personale dedicata all’opera di Giorgio Griffa. Nato a Torino nel 1936, dove vive e lavora, è uno dei principali esponenti di quella tendenza, nata sul finire degli anni Sessanta in Italia, chiamata Pittura Analitica o Pittura Pittura. Il lavoro di Giorgio Griffa si inserisce in quella corrente che fu un ritorno alla pittura aniconica, pur con sguardo rivolto anche alla pittura minimalista di matrice americana. I suoi primi lavori sono del 1968-1969 e si caratterizzano per l’essenzialità del segno che lascia una traccia minima sulla tela libera.
La pittura di Giorgio Griffa è fatta di segni e di colore, pensata e meditata, disposta con gesti raffinati ed essenziali disegni su tela. Le sue opere sono tele senza telaio, sulle quali il colore diventa il tramite di un’azione, e la traccia l’effetto di un pensiero. I segni, le linee, le impronte, si dispongono secondo un andamento razionale. Le opere sono appese direttamente alle parti, questo allontanamento dagli elementi classici della pittura suggerisce un’idea di transito, di scorrimento, di movimento, che attraversando la pittura e proseguendo nello spazio che la circonda da a essa la qualità del finito, del non finito e dell’infinito.
Le forme e i segni dipinti da Giorgio Griffa sono liberi ma “chiusi” in uno schema razionale, minimale, sintetico. La mostra rivela come negli anni il lavoro dell’artista si sia maggiormente riscaldato e i suoi segni aperti e liberati, privilegiando forme più ampie e numerosi segni di diversa matrice. Il gesto pittorico s’intensifica anche nell’uso e nella scelta del colore, appaiono numeri in sequenza e linee curve, elementi inesistenti nelle prime opere degli anni ’70.
Vedute
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