RICHARD WILSON
TAKE AN OBJECT
Dall’11 maggio al 21 luglio 2018
RICHARD WILSON
TAKE AN OBJECT
Dall’11 maggio al 21 luglio 2018
Testo
Galleria Fumagalli presenta la prima mostra personale dell’artista inglese Richard Wilson nel suo spazio milanese di Via Bonaventura Cavalieri 6. La collaborazione con l’artista risale al 2004 con la partecipazione alla collettiva “AAVV:30”, seguita dalla personale “The Ape Piaggio” ospitata nella storica sede della galleria a Bergamo nel 2007. Riconosciuto a livello internazionale per i suoi interventi spaziali che traggono ispirazione dai mondi dell’ingegneria e della costruzione, Richard Wilson lavora da oltre 35 anni esponendo nei più importanti musei e realizzando opere pubbliche in tutto il mondo. Caravan collassati, taxi smontati, baracche accatastate e scale che non conducono a nulla, sono solo alcune tra le impressionanti creazioni dell’artista che riflettono sul rapporto tra arte e architettura. Il fare scultoreo di Richard Wilson si fonda, infatti, sulla manipolazione dei materiali quotidiani per l’articolazione di prospettive inaspettate. Come dichiara: “Per me è necessario partire dal mondo reale perché ciò che m’interessa è il modo in cui posso alterare la percezione di chi osserva e mettere sotto sopra il suo punto di vista. Per farlo ho bisogno di mettere mano su qualcosa che sembra comprensibile”. Nella mostra “Take an Object”, Richard Wilson presenta un corpo di opere inedite – quattro sculture accompagnate da otto disegni e due postcard works – realizzate a partire da oggetti domestici riconoscibili ma riconfigurati in forme totalmente nuove. Con i suoi interventi l’artista esplora l’habitat umano e le sue componenti oggettuali attraverso la loro decostruzione e riconfigurazione. Con un processo giocoso di separazione e ricomposizione Richard Wilson mette in questione la forma originale degli oggetti.
Nel caso di Stealing Space, Compressed (2018), per esempio, una scultura preesistente viene smontata e ricostruita riducendo al minimo il suo volume; il rompicapo che risulta da questa compressione crea un’opera nuova a partire da vecchi frammenti. Composta da cinque casse cilindriche in legno, in origine uno strumento musicale (una batteria) ora assemblate in una forma globulare, Shells (2018) evoca il suo passato formale e al tempo stesso esiste in una nuova ossatura. Direct Debit (2018) nasce dall’idea di proiettare in tre dimensioni la figura di un puzzle composto da ritagli di una carta di credito nera; la forma data dai pezzi ingranditi a forma di cono su una superficie di compensato è percepita con nuova profondità da chi osserva. Evocando la tradizione delle nature morte ma al tempo stesso conferendole una narrativa data dal cambio di posizione, la scultura Still Life Jug (2015) presenta un oggetto inanimato – una brocca casalinga – intrappolato per sempre nell’atto del movimento. In mostra anche otto disegni che descrivono i processi di metamorfosi che questi oggetti hanno subito. Le opere presentate nella mostra “Take an Object” dimostrano un approccio al fare scultoreo che rimanda alla celebre citazione di Jasper Johns “Take an object, do something to it, do something else to it”. Il senso di spaesamento indotto dalla visione di queste sculture e disegni è dato dall’ambiguità tra il sentimento di familiarità e al tempo stesso di novità che rende riconoscibili, in parte ma non del tutto, le immagini esposte. È grazie a questa nuova amalgama tra spazio e oggetto che Richard Wilson riattiva la percezione di chi osserva suggerendo nuove relazioni spaziali.
Richard Wilson (Londra 1953) è tra gli scultori più rinomati della Gran Bretagna. Il suo operare offre nuove prospettive sugli spazi quotidiani, realizzando installazioni che costringono chi osserva a rivalutare il proprio ambiente, a ripensarlo, ispirando un senso di meraviglia. Tra i suoi progetti più noti e significativi: 20:50, installato al M.O.N.A. Museum in Tasmania, un mare di olio catramato riflettente; A Slice of Reality opera pubblica realizzata per il sito della Millennium Dome nel 2000, una sezione verticale di una draga oceanica esposta agli effetti del tempo e della marea; Turning the Place Over, commissionata per Liverpool Capitale Europea della Cultura 2008 e attiva fino al 2011, una sezione ovoidale di 10 metri di diametro sulla facciata di un edificio ruotata tridimensionalmente su un fuso; e il più recente Slipstream realizzato nel 2014 per il Terminal 2 dell’aeroporto di Londra Heathrow, un intervento monumentale lungo 80 metri in alluminio che rappresenta il passaggio nello spazio di un oggetto in movimento. Sue mostre e progetti personali si sono tenuti in istituzioni di tutto il mondo, tra i più recenti: Annely Juda Fine Art (2017), Peninsula Hotel, Hong Kong (2014); De La Warr Pavilion Roof, Cultural Olympiad Project, Londra (2012); Vertu Global Commissioni, Londra e Shanghai (2011); Barbican Art Center, Londra (2006); Palazzo delle Papesse – Centro d’arte contemporanea, Siena (2004); Talbot Rice Gallery, Edinburgo (2002); Tate Gallery, Londra e Chateau de Sacy, Picardie (1997); Museum of Modern Art, Los Angeles (1994); Kunsterhaus Bethanien, Berlino (1993); Centrum Sztuki Wspolczesnej, Varsavia e Museum of Modern Art, Oxford (1990). Tra le rassegne internazionali: Triennale di Folkestone (2008), Triennale di Yokohama (2005), Biennale di Sydney (1992), Biennale di San Paolo (1990), Trigon Biennale, Graz (1987), Biennale di Venezia (1986). Opere di Richard Wilson sono esposte in modo permanente in collezioni prestigiose come The British Museum, Londra; Weltkunst Collection @ IMMA, Dublino; Ulster Museum, Belfast; Centre of Contemporary Art, Varsavia; Museet for Samstidskunst, Oslo.
Testo
Galleria Fumagalli presenta la prima mostra personale dell’artista inglese Richard Wilson nel suo spazio milanese di Via Bonaventura Cavalieri 6. La collaborazione con l’artista risale al 2004 con la partecipazione alla collettiva “AAVV:30”, seguita dalla personale “The Ape Piaggio” ospitata nella storica sede della galleria a Bergamo nel 2007. Riconosciuto a livello internazionale per i suoi interventi spaziali che traggono ispirazione dai mondi dell’ingegneria e della costruzione, Richard Wilson lavora da oltre 35 anni esponendo nei più importanti musei e realizzando opere pubbliche in tutto il mondo. Caravan collassati, taxi smontati, baracche accatastate e scale che non conducono a nulla, sono solo alcune tra le impressionanti creazioni dell’artista che riflettono sul rapporto tra arte e architettura. Il fare scultoreo di Richard Wilson si fonda, infatti, sulla manipolazione dei materiali quotidiani per l’articolazione di prospettive inaspettate. Come dichiara: “Per me è necessario partire dal mondo reale perché ciò che m’interessa è il modo in cui posso alterare la percezione di chi osserva e mettere sotto sopra il suo punto di vista. Per farlo ho bisogno di mettere mano su qualcosa che sembra comprensibile”. Nella mostra “Take an Object”, Richard Wilson presenta un corpo di opere inedite – quattro sculture accompagnate da otto disegni e due postcard works – realizzate a partire da oggetti domestici riconoscibili ma riconfigurati in forme totalmente nuove. Con i suoi interventi l’artista esplora l’habitat umano e le sue componenti oggettuali attraverso la loro decostruzione e riconfigurazione. Con un processo giocoso di separazione e ricomposizione Richard Wilson mette in questione la forma originale degli oggetti.
Nel caso di Stealing Space, Compressed (2018), per esempio, una scultura preesistente viene smontata e ricostruita riducendo al minimo il suo volume; il rompicapo che risulta da questa compressione crea un’opera nuova a partire da vecchi frammenti. Composta da cinque casse cilindriche in legno, in origine uno strumento musicale (una batteria) ora assemblate in una forma globulare, Shells (2018) evoca il suo passato formale e al tempo stesso esiste in una nuova ossatura. Direct Debit (2018) nasce dall’idea di proiettare in tre dimensioni la figura di un puzzle composto da ritagli di una carta di credito nera; la forma data dai pezzi ingranditi a forma di cono su una superficie di compensato è percepita con nuova profondità da chi osserva. Evocando la tradizione delle nature morte ma al tempo stesso conferendole una narrativa data dal cambio di posizione, la scultura Still Life Jug (2015) presenta un oggetto inanimato – una brocca casalinga – intrappolato per sempre nell’atto del movimento. In mostra anche otto disegni che descrivono i processi di metamorfosi che questi oggetti hanno subito. Le opere presentate nella mostra “Take an Object” dimostrano un approccio al fare scultoreo che rimanda alla celebre citazione di Jasper Johns “Take an object, do something to it, do something else to it”. Il senso di spaesamento indotto dalla visione di queste sculture e disegni è dato dall’ambiguità tra il sentimento di familiarità e al tempo stesso di novità che rende riconoscibili, in parte ma non del tutto, le immagini esposte. È grazie a questa nuova amalgama tra spazio e oggetto che Richard Wilson riattiva la percezione di chi osserva suggerendo nuove relazioni spaziali.
Richard Wilson (Londra 1953) è tra gli scultori più rinomati della Gran Bretagna. Il suo operare offre nuove prospettive sugli spazi quotidiani, realizzando installazioni che costringono chi osserva a rivalutare il proprio ambiente, a ripensarlo, ispirando un senso di meraviglia. Tra i suoi progetti più noti e significativi: 20:50, installato al M.O.N.A. Museum in Tasmania, un mare di olio catramato riflettente; A Slice of Reality opera pubblica realizzata per il sito della Millennium Dome nel 2000, una sezione verticale di una draga oceanica esposta agli effetti del tempo e della marea; Turning the Place Over, commissionata per Liverpool Capitale Europea della Cultura 2008 e attiva fino al 2011, una sezione ovoidale di 10 metri di diametro sulla facciata di un edificio ruotata tridimensionalmente su un fuso; e il più recente Slipstream realizzato nel 2014 per il Terminal 2 dell’aeroporto di Londra Heathrow, un intervento monumentale lungo 80 metri in alluminio che rappresenta il passaggio nello spazio di un oggetto in movimento. Sue mostre e progetti personali si sono tenuti in istituzioni di tutto il mondo, tra i più recenti: Annely Juda Fine Art (2017), Peninsula Hotel, Hong Kong (2014); De La Warr Pavilion Roof, Cultural Olympiad Project, Londra (2012); Vertu Global Commissioni, Londra e Shanghai (2011); Barbican Art Center, Londra (2006); Palazzo delle Papesse – Centro d’arte contemporanea, Siena (2004); Talbot Rice Gallery, Edinburgo (2002); Tate Gallery, Londra e Chateau de Sacy, Picardie (1997); Museum of Modern Art, Los Angeles (1994); Kunsterhaus Bethanien, Berlino (1993); Centrum Sztuki Wspolczesnej, Varsavia e Museum of Modern Art, Oxford (1990). Tra le rassegne internazionali: Triennale di Folkestone (2008), Triennale di Yokohama (2005), Biennale di Sydney (1992), Biennale di San Paolo (1990), Trigon Biennale, Graz (1987), Biennale di Venezia (1986). Opere di Richard Wilson sono esposte in modo permanente in collezioni prestigiose come The British Museum, Londra; Weltkunst Collection @ IMMA, Dublino; Ulster Museum, Belfast; Centre of Contemporary Art, Varsavia; Museet for Samstidskunst, Oslo.
Vedute
Vedute
Press
la Repubblica
12 maggio 2018
“Caraffe, tamburi e carte di credito. Con Wilson diventa tutto scultura”
bulgarihotels.com
Giugno 2018
“Reinventare lo spazio: in mostra le sculture di Richard Wilson”
Press
la Repubblica
12 maggio 2018
“Caraffe, tamburi e carte di credito. Con Wilson diventa tutto scultura”
bulgarihotels.com
Giugno 2018
“Reinventare lo spazio: in mostra le sculture di Richard Wilson”