CLAUDE VIALLAT
CLAUDE VIALLAT
Dall'8 aprile al 17 maggio 2003
CLAUDE VIALLAT
CLAUDE VIALLAT
Dall'8 aprile al 17 maggio 2003
Testo
In questa mostra, che inaugura la nuova collaborazione tra l’artista e la galleria, Claude Viallat presenta una serie di grandi tele colorate disseminate dalle sue “impronte”. Le opere sono realizzate, per la maggior parte, riutilizzando come supporto parti di tende da campeggio in cui rimangono visibili cerniere, lacci, corde ed elastici. Claude Viallat (Nîmes, 1936) opera dal 1966 nell’intuizione di una anti-forma primitiva ed essenziale liberata dall’esperienza pittorica dell’espressione soggettiva, al fine di raggiungere la neutralità e “l’anonimato” della produzione ripetitiva nella leggerezza della tela sospesa sul muro disseminata di “impronte”.
Questa sua forma, caratteristica distintiva e inimitabile, è semplice, essenziale e ipnotica allo stesso tempo. Non si può parlare delle anti-forme di Claude Viallat senza considerare quelle pratiche non prettamente pitturali che sono anch’esse elementi inscindibili del suo lavoro. Tale necessità si esprime in quel carattere instabile e mobile che è il supporto non comune: tele, teloni e tende ospitano le anti-forme evidenziandone l’insita esigenza di fondersi con l’oggetto; e anche nell’attitudine delle “forme” a svilupparsi nello spazio, saturandolo, diventando parte di esso.
Idea che si potenzia e si esibisce come volontà di far convivere l’opera con l’oggetto/supporto, non solo condividendo con esso lo spazio utile, ma diventando opera; tanto è vero che i supporti utilizzati rivelano sempre la loro presenza, il colore di base diventa parte integrante dell’opera e i resti di precedenti utilizzi (corde, elastici) permangono visibili nel lavoro compiuto. Anche per questa mostra sarà edita dalla galleria, in coedizione con Charta, una monografia con testi di Luca Massimo Barbero e Annamaria Maggi, che illustrerà il percorso dell’artista dal 1966 a oggi.
Testo
In questa mostra, che inaugura la nuova collaborazione tra l’artista e la galleria, Claude Viallat presenta una serie di grandi tele colorate disseminate dalle sue “impronte”. Le opere sono realizzate, per la maggior parte, riutilizzando come supporto parti di tende da campeggio in cui rimangono visibili cerniere, lacci, corde ed elastici. Claude Viallat (Nîmes, 1936) opera dal 1966 nell’intuizione di una anti-forma primitiva ed essenziale liberata dall’esperienza pittorica dell’espressione soggettiva, al fine di raggiungere la neutralità e “l’anonimato” della produzione ripetitiva nella leggerezza della tela sospesa sul muro disseminata di “impronte”.
Questa sua forma, caratteristica distintiva e inimitabile, è semplice, essenziale e ipnotica allo stesso tempo. Non si può parlare delle anti-forme di Claude Viallat senza considerare quelle pratiche non prettamente pitturali che sono anch’esse elementi inscindibili del suo lavoro. Tale necessità si esprime in quel carattere instabile e mobile che è il supporto non comune: tele, teloni e tende ospitano le anti-forme evidenziandone l’insita esigenza di fondersi con l’oggetto; e anche nell’attitudine delle “forme” a svilupparsi nello spazio, saturandolo, diventando parte di esso.
Idea che si potenzia e si esibisce come volontà di far convivere l’opera con l’oggetto/supporto, non solo condividendo con esso lo spazio utile, ma diventando opera; tanto è vero che i supporti utilizzati rivelano sempre la loro presenza, il colore di base diventa parte integrante dell’opera e i resti di precedenti utilizzi (corde, elastici) permangono visibili nel lavoro compiuto. Anche per questa mostra sarà edita dalla galleria, in coedizione con Charta, una monografia con testi di Luca Massimo Barbero e Annamaria Maggi, che illustrerà il percorso dell’artista dal 1966 a oggi.
Vedute
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