CLAUDE VIALLAT – TOILES, OBJETS, CORDES ET FILETS

By 3 Marzo 2009 Mostre, Claude Viallat

CLAUDE VIALLAT

TOILES, OBJETS, CORDES ET FILETS
Dal 3 marzo all'11 aprile 2009

CLAUDE VIALLAT

TOILES, OBJETS, CORDES ET FILETS
Dal 3 marzo all'11 aprile 2009

Testo

Galleria Fumagalli presenta la mostra “Claude Viallat. Toiles, objets, cordes et filets”, a cura di Annamaria Maggi, che propone attraverso una selezione di circa 30 opere, tra tele, oggetti, corde e reti, una panoramica dei principali linguaggi che il grande artista francese ha toccato nel corso del lungo lavoro di ricerca. Tra le opere presentate in mostra, in particolare, gli oggetti, le corde e le reti costituiscono un corpus recente, per la prima volta esposto in Italia. L’esposizione offre dunque la possibilità di scoprire e conoscere nella sua interezza la complessità del percorso dell’artista. Cifra comune del lavoro di Viallat (nato a Nîmes, in Francia, nel 1936, dove ancora oggi vive e lavora): il richiamo alla primitività, l’essenzialità, l’anti-forma, che da sempre contraddistinguono la sua espressione artistica.

Il linguaggio di Claude Viallat si manifesta sin dagli anni Sessanta, nel clima culturale stimolante e vivace che si respira in Francia all’epoca. Claude Viallat muove dall’esigenza di rivisitare la genealogia della pittura astratta e la seduzione dell’informale (senza dimenticare Cézanne e Matisse) e individua una forma base, sua caratteristica distintiva. Una sorta di anti-forma essenziale, anonima, quasi primitiva, una “impronta” che nella ripetitività trova compiutezza e forza: la tela lasciata libera, sospesa sul muro è disseminata di queste tracce, con un risultato assolutamente personale, inimitabile, essenziale e ipnotico al tempo stesso. L’altro elemento inscindibile del lavoro di Viallat riguarda la ricerca di supporti non comuni, inusuali, inaspettati: tele, teloni, tende da campeggio, ospitano le anti-forme e si sviluppano nello spazio saturandolo, divenendo parte di esso.

L’opera convive con l’oggetto-supporto che non perde le tracce dei precedenti utilizzi che rimangono, al contrario, ben visibili. Nell’opera di Viallat costante sembra essere la rappresentazione della “tenda”, il luogo dell’inizio, l’architettura mobile, multipla, errante in cui lo spazio si trasforma in vita reale. La percezione rarefatta, il ritmo, il colore, il segno e l’aderenza alla libertà sembrano essere ciò che l’artista sottintende nel presentare la sua arte, che si esprime anche attraverso un’originale produzione scultorea legata a oggetti di recupero, alle corde e alle reti, che anch’esse come le tele, rimandano all’interesse e allo stupore dell’artista per le situazioni primordiali, le azioni fondatrici, le operazioni elementari, fondamentali, per le matrici dell’esistenza.

Testo

Galleria Fumagalli presenta la mostra “Claude Viallat. Toiles, objets, cordes et filets”, a cura di Annamaria Maggi, che propone attraverso una selezione di circa 30 opere, tra tele, oggetti, corde e reti, una panoramica dei principali linguaggi che il grande artista francese ha toccato nel corso del lungo lavoro di ricerca. Tra le opere presentate in mostra, in particolare, gli oggetti, le corde e le reti costituiscono un corpus recente, per la prima volta esposto in Italia. L’esposizione offre dunque la possibilità di scoprire e conoscere nella sua interezza la complessità del percorso dell’artista. Cifra comune del lavoro di Viallat (nato a Nîmes, in Francia, nel 1936, dove ancora oggi vive e lavora): il richiamo alla primitività, l’essenzialità, l’anti-forma, che da sempre contraddistinguono la sua espressione artistica.

Il linguaggio di Claude Viallat si manifesta sin dagli anni Sessanta, nel clima culturale stimolante e vivace che si respira in Francia all’epoca. Claude Viallat muove dall’esigenza di rivisitare la genealogia della pittura astratta e la seduzione dell’informale (senza dimenticare Cézanne e Matisse) e individua una forma base, sua caratteristica distintiva. Una sorta di anti-forma essenziale, anonima, quasi primitiva, una “impronta” che nella ripetitività trova compiutezza e forza: la tela lasciata libera, sospesa sul muro è disseminata di queste tracce, con un risultato assolutamente personale, inimitabile, essenziale e ipnotico al tempo stesso. L’altro elemento inscindibile del lavoro di Viallat riguarda la ricerca di supporti non comuni, inusuali, inaspettati: tele, teloni, tende da campeggio, ospitano le anti-forme e si sviluppano nello spazio saturandolo, divenendo parte di esso.

L’opera convive con l’oggetto-supporto che non perde le tracce dei precedenti utilizzi che rimangono, al contrario, ben visibili. Nell’opera di Viallat costante sembra essere la rappresentazione della “tenda”, il luogo dell’inizio, l’architettura mobile, multipla, errante in cui lo spazio si trasforma in vita reale. La percezione rarefatta, il ritmo, il colore, il segno e l’aderenza alla libertà sembrano essere ciò che l’artista sottintende nel presentare la sua arte, che si esprime anche attraverso un’originale produzione scultorea legata a oggetti di recupero, alle corde e alle reti, che anch’esse come le tele, rimandano all’interesse e allo stupore dell’artista per le situazioni primordiali, le azioni fondatrici, le operazioni elementari, fondamentali, per le matrici dell’esistenza.

Vedute

Claude Viallat_Toiles, objets, cordes et filets_2009
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Galleria Fumagalli Bergamo
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